E' questo forse il vero:
non accettare il ciclo normale della vita,
tentare di uscirne,
vedere tutta la robusta rabbia dell'esistente
e porvi fine.
Per questo stacchiamo frutti dagli alberi
e li gustiamo,
per questo strappiamo il fiore,
anche se bello.
Violento disconoscimento della specie?
o forse
potenza che fa l'uomo scienziato,
profeta, principe,
re gracile e ottuso,
stupido enormemente,
ma sovrano?
Natura,
finta madre,
Natura sorda, natura muta.
Non sei nulla senza le nostre parole,
senza le menti che dialogano con la Mente
senza i corpi che giocano con il Corpo,
non sei nulla senza le parole che suonano nel Silenzio.
Lo sappiamo
ci attende una croce.
Ma dopo sarà godimento e gioia,
oltre la polvere che verremo ad essere,
Pasqua dopo la morte che ci porterai.
Non ci vincerai, natura odiosa.
Ma non temete,
fratelli e sorelle nascosti.
Sole, animali,
piante, Luna.
il Poverello non mentiva.
Quando il Verbo sarà nuova e luminosa carne,
anche in voi.
Ecco allora,
sarà l'abbraccio che non confonde,
l'amore che non svane.
Ecco, i nomi di un nuovo battesimo.
Allora, anche la caccia
(perché vi sarà, una caccia)
vibrerà risate
e ferite di sangue allegro.
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