domenica 13 ottobre 2013

preghiera, forse di madre

Come se si riempisse,
d'improvviso
 
     forse di niente,  
          ma non del nulla.
 
Come se la gioia
           si facesse muta,
 
ma solo per spostare la porta,
         aprirla senza sbatterla:
 
e tu rimani in attesa,
         capendo che il soffio leggero
 
si fa carne tua,
 
si prende spazio,                                
             ti dona spazio.
 
Quello che era caldo e battente,
           ora riposa in te
 
e germoglia.
 
L'impronta tua
               questa argilla chiede.
 
Il Dio                                
          che a parti rovesciate
 
mormora:
 
plasmami tu,
fammi di te,
 
               soffia il tuo cuore nel mio.
 
Cresco in te,
come un eroe nascosto,                                
 
e ne nasco,
come sole e neve.
 
Sangue ed acqua, in realtà
 
dalla porta santa
 
                   quel giorno

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